GLOSSARIO DISFUNZIONALE "Texture leggera idratante"
- carlabelloni

- 24 mag
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 10 lug

Texture leggera e idratante: il jackpot del nulla cosmico
Se "texture", "leggera" e "idratante" fossero simboli su una slot machine del linguaggio beauty, oggi avremmo fatto en plein. Il jackpot del nulla cosmico descrittivo di un prodotto make-up è servito.
Sorvolo su "texture" e "leggera", termini che ho già decostruito nei precedenti articoli di questa rubrica. Oggi mettiamo sotto la lente l’aggettivo idratante, il più abusato, il più irrilevante, il più travestito da contenuto.
Cosa significa, tecnicamente, “cosmetico idratante”?
Un cosmetico idratante ha la funzione di aumentare o mantenere il contenuto d’acqua nello strato corneo. Perché questo avvenga davvero, deve contenere sostanze attive idratanti in percentuali efficaci e con veicoli funzionali.
Due sono le principali modalità di idratazione:
Idratazione idrofila (umettante): trattiene l’umidità sulla superficie o richiama acqua dagli strati più profondi. Ingredienti classici: glicerina, urea, acido ialuronico a basso PM, aloe vera.
Idratazione lipofila (filmante/emolliente): non apporta acqua, ma ne rallenta l’evaporazione. Parliamo di siliconi, oli vegetali o minerali, burri.
Fondamentale: non è la presenza di acqua in formula a determinare l’idratazione. Senza attivi funzionali e una struttura che ne permetta l’efficacia, l’acqua è solo decorazione liquida.
Tutti i fondotinta (quasi) sono “idratanti”: e quindi?
Ed ecco il punto: data la definizione tecnica appena descritta, praticamente tutti o quasi tutte le tipologie di fondotinta possono essere etichettati come "idratanti". Perché contengono ingredienti che rallentano la perdita d’acqua (filmogeni) o che attirano e trattengono l’umidità. Anche senza una sola goccia d'acqua in formula.
Quindi, “fondotinta idratante” non specifica nulla: è come dire “crema cremosa” o “polvere polverosa”.
È un’etichetta che non distingue né chiarisce: non definisce la struttura, né l’efficacia funzionale.
Cosa si intende nel gergo comune con “texture leggera e idratante”?
Quasi sempre, si intende un fondotinta fluido siliconico che promette comfort, sensazione di freschezza, non stratificato e spesso translucido. “Leggero” perché impalpabile, effetto seconda pelle, “idratante” perché dà l’illusione del benessere cutaneo.
Ma quella sensazione deriva dall’evanescenza del prodotto, non da una reale azione idratante.
Riesco a tradurre certe descrizioni solo perché conosco a fondo la natura e le funzioni dei cosmetici. E perché, grazie all’osservazione diretta, ad esempio nei video che spesso accompagnano questi slogan, riesco a interpretarle con criterio. Ma capite bene che, per chi non ha questa competenza, sia una persona comune o uno studente, che cosa resta?
Confusione.
Nessuna informazione utile.
Solo un linguaggio che sembra dire, ma non dice niente.
VERITÀ COSMETICA – Idratare non è versare acqua
La pelle non si idrata mettendo acqua, ma evitando che l’acqua interna si perda.
Un cosmetico idratante funziona se riduce la disidratazione e rallenta l’evaporazione dell’acqua dai tessuti.
Questo si ottiene con:
Umettanti che attirano e trattengono l’umidità;
Filmogeni/emollienti che creano una barriera protettiva;
Attivi funzionali che rinforzano la barriera cutanea.
La presenza di acqua in formula non ha alcun valore idratante di per sé.
L’idratazione è un processo biochimico, non una sensazione soggettiva.
Non è l’acqua che idrata: è un processo
L’idratazione cutanea è un processo fisiologico complesso, che richiede:
attivi funzionali ben scelti;
equilibrio tra fasi e polarità;
veicolazione pensata per penetrazione e persistenza.
Scrivere “idratante” perché un prodotto sembra piacevole è superficialità.
E purtroppo, è prassi comune.
Il vocabolario vuoto: quando il problema è chi parla
“Texture leggera e idratante” è una frase inutile.
Non comunica nulla di tecnico.
Non descrive né formula, né prestazione.
È linguaggio di superficie, buono per un copy pubblicitario, ma disastroso in un contesto professionale.
Un’appassionato/a può cascarci.
Un professionista, mai.
E se a usare queste formule è un docente o una docente, è GRAVE!
Chi forma altri deve avere un lessico reale, non immaginario.
Deve distinguere sensazione da funzione.
Altrimenti si fa intrattenimento, non didattica.
Ci sono termini che, nel make-up, smettono di essere errori: diventano radiografie dell'incompetenza.


