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Come potrebbe cambiare la formazione make-up con il nuovo disegno di legge.

  • Immagine del redattore: carlabelloni
    carlabelloni
  • 23 ago
  • Tempo di lettura: 4 min
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Negli ultimi giorni è stato presentato un disegno di legge destinato a ridefinire in modo sostanziale il quadro normativo delle professioni legate all’estetica e alla cura della persona. Parrucchieri ed estetiste vedranno i loro percorsi ordinati da criteri più rigorosi: esami di abilitazione obbligatori, corsi regionali vincolanti, sanzioni più severe per l’esercizio abusivo.

Ma la novità più significativa riguarda l’introduzione di una nuova figura professionale riconosciuta: il truccatore tecnico.

Questa riforma avrà un impatto diretto e profondo sul mondo della formazione make-up, in particolare sulle accademie e sugli enti che fino a oggi hanno operato con grande libertà, ma non sempre con la necessaria solidità didattica e riconoscibilità istituzionale.


La centralità dell’accreditamento regionale

Uno dei punti chiave del disegno di legge è l’obbligo di frequentare percorsi formativi riconosciuti dalla Regione.

Solo gli enti e le accademie accreditate potranno offrire i corsi validi al conseguimento del titolo di “truccatore tecnico”.

Questo passaggio è destinato a segnare una linea di confine netta.

Le accademie non accreditate non saranno più in grado di proporre percorsi completi e professionalizzanti: resterà loro la possibilità di erogare esclusivamente corsi di aggiornamento o di approfondimento, rivolti a chi è già in possesso della qualifica ufficiale.

Ne consegue che molti corsi “brevi”, finora pubblicizzati come specializzazioni o percorsi professionalizzanti, perderanno di valore formativo.

Non sarà più sufficiente un attestato privato per accedere al mercato del lavoro, ma un titolo regolamentato e riconosciuto a livello nazionale.


Dal truccatore dello spettacolo/audiovisivo al truccatore tecnico

Fino ad oggi, il percorso professionalizzante ufficiale e riconosciuto dalla Regione era rappresentato dalla specializzazione di truccatore audiovisivo o dello spettacolo, destinata a chi intendeva lavorare nel cinema, nella televisione, nel teatro o nei set fotografici.

Con l’introduzione della qualifica di truccatore tecnico, il panorama formativo si amplia e diventa più orientativo: gli aspiranti professionisti avranno ora la possibilità di scegliere un indirizzo mirato a seconda delle proprie ambizioni.

Truccatore audiovisivo o dello spettacolo: percorso rivolto al settore audiovisivo e artistico, con moduli formativi specifici su trucco teatrale, cinematografico, televisivo e fotografico.

Truccatore tecnico: percorso indirizzato a chi lavora con clientela privata, nei saloni, studi o contesti legati alla bellezza quotidiana, con approfondimenti specifici su tecniche di trucco, cosmetologia, dermatologia, deontologia, cura di ciglia e sopracciglia (extension e laminazione). I moduli tecnici, saranno dunque integrati da contenuti trasversali obbligatori, pensati per garantire una preparazione completa sotto il profilo igienico-sanitario ed etico-professionale.


Il nuovo percorso: 600 ore di formazione

Il disegno di legge stabilisce un percorso formativo ben definito: 600 ore di studio, tecnica e pratica.

Questa struttura è pensata per colmare un vuoto che negli ultimi anni aveva favorito l’ingresso sul mercato di figure improvvisate: truccatori formati con corsi di poche ore, privi di competenze igieniche e senza un inquadramento etico-professionale adeguato.

Il nuovo sistema mira a garantire uniformità e qualità: chi otterrà il titolo di truccatore tecnico avrà seguito un percorso chiaro, verificato e controllato, allineato a criteri nazionali ed europei.


L’impatto sulle accademie private

Per molte accademie, la riforma sarà un banco di prova.

Quelle che hanno investito in percorsi strutturati, accreditati e nella qualità didattica vedranno riconosciuto il proprio impegno e avranno la possibilità di consolidarsi come enti formativi autorevoli.

Al contrario, le scuole che basavano la loro proposta su corsi intensivi di poche giornate dovranno rivedere radicalmente il modello di business.

Non sarà più sufficiente promettere “certificazioni” o attestati privi di valore legale: la credibilità si misurerà sulla capacità di ottenere e mantenere l’accreditamento regionale.


Corsi mirati per il passaggio dei truccatori già operativi

Al momento non è ancora chiaro come i truccatori già operativi dovranno affrontare il passaggio al nuovo sistema. Tuttavia, emerge con evidenza che sarà necessario mettere in linea le loro competenze professionali, colmando eventuali lacune attraverso percorsi mirati che includano:


  • Cosmetologia e chimica dei prodotti.

  • Anatomia e fisiologia del viso e delle mucose.

  • Norme di igiene e sicurezza per l’uso di strumenti e prodotti.

  • Elementi di marketing e gestione del cliente.


In questa fase transitoria, le accademie avranno un ruolo centrale anche nel preparare tali figure professionali ad affrontare l’esame di abilitazione, consentendo a chi non possiede attestati riconosciuti dalla Regione di regolarizzare la propria posizione e continuare a esercitare nel rispetto della nuova normativa.


Un’opportunità per la professione

Il lato positivo di questa trasformazione è evidente: il make-up, da troppo tempo relegato a un’area grigia tra estetica, spettacolo e libera interpretazione, entra finalmente in un alveo professionale chiaro e regolamentato.

Gli operatori non saranno più “truccatori improvvisati”, ma professionisti riconosciuti da un titolo ufficiale. Le competenze igieniche, etiche e tecniche diventeranno requisito imprescindibile, a tutela sia dei clienti sia della dignità della professione stessa.

In prospettiva, questa riforma potrà favorire anche una maggiore integrazione tra accademie e mondo del lavoro: il riconoscimento formale permetterà di inserire la figura del truccatore in contesti più ampi, dall’audiovisivo alla consulenza privata, con la solidità di una formazione certificata.


Considerazioni personali.

L’entrata in vigore del disegno di legge segnerà un cambio di passo per l’intero settore.

In attesa che il testo venga approvato e declinato in ogni suo dettaglio applicativo, una cosa è certa: il valore della formazione make-up non potrà più essere affidato a iniziative individuali o corsi lampo, ma a percorsi riconosciuti e verificati.

Si tratta di un’opportunità per le accademie serie, che potranno distinguersi per qualità e trasparenza, di una tutela per gli studenti, che finalmente vedranno riconosciuto il proprio investimento formativo come reale titolo professionale.

Finalmente chi ha investito o investirà nello studio potrà ottenere la giusta qualifica.

Oggi non esiste differenza tra chi ha dedicato anni di lavoro e formazione alla professione e chi, con un corso di poche ore, operava sullo stesso livello. La nuova normativa restituisce dignità a chi crede davvero in questo lavoro e vi ha investito tempo, sacrificio e passione.


Se quanto annunciato sarà davvero tradotto in pratica, il punto cruciale sarà capire non solo quando, ma soprattutto come le nuove direttive sulla formazione verranno applicate: dalle modalità operative ai criteri di transizione, molto dipenderà dalla concretezza delle misure e dalla capacità di renderle realmente efficaci.

Il vero nodo sarà capire in che modo le nuove direttive sulla formazione verranno trasformate in opportunità concrete: dalla qualità dei percorsi offerti alla valorizzazione dei professionisti, il futuro del settore dipenderà dalla capacità di tradurre la norma in crescita reale.


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