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La cultura del “Boomer” una retorica di svalutazione

  • Immagine del redattore: carlabelloni
    carlabelloni
  • 2 mag 2023
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 10 lug


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Nel panorama digitale odierno, l’evoluzione dei media ha portato con sé un cambiamento radicale nel modo in cui le informazioni vengono trasmesse e ricevute. I social media, con la loro immediatezza e accessibilità, hanno dato vita a una nuova generazione di comunicatori: gli influencer. Tuttavia, con questa rivoluzione comunicativa è emerso un fenomeno preoccupante, in cui coloro che tentano di mantenere un livello di serietà e profondità nel discorso pubblico vengono spesso derisi e relegati ai margini, etichettati con termini come "boomer". Questa reazione non è solo un segnale di mancanza di rispetto, ma rappresenta anche un allarme per la crescente superficialità nella comunicazione contemporanea. Il termine "boomer" è diventato un insulto generazionale utilizzato per ridicolizzare chiunque esprima opinioni considerate antiquate o non in linea con le tendenze del momento. In origine, si riferiva alla generazione dei baby boomer, nati tra il 1946 e il 1964, ma oggi viene applicato in modo indiscriminato a chiunque critichi il modus operandi della generazione più giovane, soprattutto quando si tratta del mondo degli influencer o della comunicazione social in generale. Questa etichetta è diventata una scorciatoia retorica per sminuire chi cerca di portare avanti un discorso più serio e riflessivo. Invece di ingaggiare un confronto costruttivo su questioni come la qualità della comunicazione o la superficialità dei contenuti, molti preferiscono liquidare i critici come “boomer” un termine che, nella sua accezione contemporanea, è sinonimo di vecchio, superato, e incapace di comprendere il "nuovo ordine" digitale e non solo. Questo approccio non solo evita il dibattito, ma scredita anche chi cerca di promuovere un discorso pubblico più maturo e informato.


Superficialità Visiva e Verbale: L'Era del Contenuto Usa e Getta

Una delle critiche più comuni mosse agli influencer riguarda la natura effimera e superficiale dei loro contenuti. In un mondo in cui l'immagine e la rapidità prevalgono, la profondità e la sostanza vengono spesso sacrificate. Gli influencer, con i loro post visivamente accattivanti ma talvolta privi di contenuto significativo, incarnano questa tendenza. La comunicazione visiva è dominata da estetiche patinate e da messaggi semplicistici, mentre la comunicazione verbale è spesso ridotta a frasi ad effetto, studiate per generare il massimo impatto emotivo nel minor tempo possibile. Coloro che osano criticare questa superficialità vengono rapidamente etichettati come “fuori dal tempo”, incapaci di apprezzare la nuova forma di espressione digitale. Ma questa etichettatura, più che una risposta legittima, sembra essere una difesa contro un’esposizione alla realtà: quella in cui il contenuto di valore viene relegato in secondo piano rispetto all’apparenza.


L'Importanza della Comunicazione Conoscitiva

La comunicazione seria e conoscitiva è essenziale per un discorso pubblico sano e per lo sviluppo intellettuale della società. I contenuti che promuovono la riflessione, che sfidano il pensiero comune e che offrono nuove prospettive, sono fondamentali per il progresso collettivo. Tuttavia, nell’era dei social media, questi contenuti rischiano di essere sepolti sotto una valanga di post e video che privilegiano il divertimento rapido e l’effetto visivo a scapito della sostanza. Le persone che cercano di elevare il livello della conversazione, che insistono sull'importanza di un discorso ben argomentato e informato, spesso si trovano a lottare contro una marea di contenuti vuoti. Vengono visti come “guastafeste” o come “arroganti” che non riescono a comprendere che “i tempi sono cambiati”. Ma questo atteggiamento rappresenta una forma di anti-intellettualismo, che non solo sminuisce il valore del pensiero critico, ma indebolisce anche la capacità della società di affrontare problemi complessi.


La Reazione del Pubblico e il Futuro della Comunicazione

La reazione contro chi critica la superficialità nella comunicazione è sintomatica di un più ampio problema culturale: l’incapacità di tollerare il dissenso e la tendenza a preferire il confortante al confrontante. Invece di accogliere il dibattito e la discussione, molti preferiscono rifugiarsi in una bolla di contenuti che confermano le loro opinioni preesistenti e che richiedono il minimo sforzo cognitivo. Tuttavia, è vitale che si continui a difendere l’importanza di una comunicazione ricca di contenuti conoscitivi. Senza di essa, rischiamo di impoverire il dibattito pubblico e di trasformare i social media in un luogo dove solo la superficie è valorizzata, mentre la profondità viene evitata. Le nuove generazioni, pur immerse in un mare di contenuti rapidi e superficiali, meritano l'accesso a discussioni significative e ben strutturate. Etichettare chi promuove questi valori come “boomer” non è solo ingiusto, ma è anche un modo per evitare la responsabilità di confrontarsi con idee che potrebbero sfidare il nostro modo di pensare. La sfida per il futuro della comunicazione è trovare un equilibrio tra l'accessibilità e la qualità, tra l'immediatezza e la profondità, tra l'intrattenimento e l'educazione. Solo così potremo garantire che il discorso pubblico rimanga una forza positiva e costruttiva nella società.


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